Fase di paranoia totale e seghe mentali: capitolo 3 del Prelicenziamento

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La mia analista (della ASL precisiamo), mi dice di utilizzare questo periodo come un periodo di crescita interiore e di sperimentazione, di cercare cercare cercare da subito, e non limitarmi all’Italia, il mondo è grande e bello e non vale la pena di limitarsi a ciò che già conosco.

Capisco benissimo che non poteva compatirmi per un’ora e cercava di aprire la mia mente, e riconosco che tutto ciò che dice è vero, infatti ho promesso di fare una lista di tutti i metodi per trovare lavoro e ho portato subito il curriculum a quello che per me over 30 si chiama ancora ufficio di collocamento, mi sono iscritta sul sito di due agenzie interinali e sto cercando in tutti i modi di essere ottimista contro il mio carattere, negativo per natura.

Un tarlo mi consuma il cervello in queste ore: (moltissimi in effetti fosse solo uno)

Come farò a lavorare in questo posto dove mi buttano fuori a febbraio, perchè non sono già a bussare alle porte di altri posti?

Devo chiedere al mio datore di lavoro se mi sta buttando fuori per colpa mia, o davvero non ci sono i soldi? (questa in particolare mi ossessiona)

come farò???

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non scriverò mai nulla di personale di me che possa far capire chi sono, perchè così potrò essere me stessa e scrivere di tutto, e accettare i commenti

Una risposta »

  1. Come farai? Semplice ti armi di coraggio, scegli la libera la professione e ti inserisce nuovamente nel mondo del lavoro. Chi scrive ha lavorato, prima come dipendente, poi come libero professionista, poi come dipendente, poi è finito in CIGS ed infine oggi alterna la libera professione con il lavoro dipendente. Ho speso molti denari per l’aggiornamento professionale, ho trascurato la mia vita personale per il lavoro, ma alla lunga tanti sacrifici mi hanno consentito di passare indenne dalla forche caudine della disoccupazione; diversamente da miei ex colleghi che hanno pensato solo a spassarsela. Consiglio, molla l’analista. In bocca al lupo.

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  2. Usti, mi hai fatto venire in mente che oggi è il mio ultimo giorno di lavoro in questo posto, dopo più di quattro anni. Ritornerò? Possibile. Forse anche probabile. Ma nulla è certo a questo mondo. E sai una cosa? E’ vero che son vaccinata, e dopo una disoccupazione durata ventun mesi (disoccupazione intesa come lavoro non retribuito, non assenza di occupazione. La disoccupazione dei tempi moderni, insomma) c’è ormai poco che mi preoccupi. Ma non sono affatto terrorizzata. Neanche un po’. Oserei dire “anzi”. Non so se possa servire, ma posso lasciarti una bottiglia di non-angoscia. Mal che vada, la prossima volta che ci vediamo ce la scoliamo insieme 🙂

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